ANTROPOLOGICA

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Fonti orali, GIS e gestione sostenibile del territorio

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L'articolo Tecnologie digitali, rappresentazioni del territorio e ricerca etnoantropologica. raccolgie uan prima riflesisone e riorganizzaizone delle esperienze di ricerca e dei metodi sviluppati durante il progetto Formazione istituzionale, ricerca e documentazione per lo sviluppo agroforestale sostenibile delle comunità mapuche dell’area di Coñaripe, Cile (sito del progetto) 

L'articolo è stato pubblicato su “Quaderni di Thule”, n. X, Atti del XXXII Convegno Internazionale di Americanistica.

 

Abstract

Le attività di ricerca previste nel progetto Formazione istituzionale, ricerca e documentazione per lo sviluppo agroforestale sostenibile delle comunità mapuche dell’area di Coñaripe, Cile ci hanno consentito di affinare una metodologia di integrazione tra dati registrati in formato digitale (video, audio, fotografia, dati GPS), l’uso di software per l’analisi qualitativa di dati audiovisivi (Transana) e SIT (GIS), per realizzare una cartografia del territorio che rispettasse il punto di vista delle comunità mapuche coinvolte nel progetto, ma anche quello dei vari attori coinvolti (istituzioni, organizzazioni non governative, ricercatori). Ne è scaturita un’interessante ipotesi metodologica in fase di sperimentazione che integra dati etnografici, etnobotanici, remote sensing e rappresentazioni cartografiche digitali.

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Immagine estratta dal GIS realizzato, sono visibili i livelli di quota, le risorse idriche e i siti di rilevanza socioculturale.

Polveri sottili: cosa possiamo fare e quali sono le fonti di dati

Qualche giorno fa ho scritto due post sul mio sito personale, uno sulle fonti di emissioni di PM10 e le ordinanze  di idati e uno su "Accendere il fuoco dall'alto: ridurre emissioni e massima efficienza"

Due motivi mi hanno spinto:

1. Sento troppo spesso fare affermazioni senza citare quali sono le fonti. Se non ho dati e fonti, sono opinioni, che possono essere anche giuste, ma non possono essere una base di discussione. ARPAT, Unione Europea e ISPRA non sono ragionevolmente d'accordo, e con minime varia nel riportare che la principale fonte sia il riscaldamento. Mi piace parlare e confrontarmi, ma vorrei farlo su basi ragionevoli e non su sentito dire. SE qualcuno ha studi affidabili per confutare discutiamone. Ho quindi pubblicato Polveri sottili ed ordinanze con alcuni dati per avviare una riflessione sistematica. (Link alla fonte dati dell'immagine ARPAT)

2. Credo imporante pensare a cosa possiamo fare noi, piuttosto che concentrarci sempre su quell oche possono fare gli altri. Nello specifico, possaimo certo rifletter sulle politiche nazionali, ma poi dobbiamo nache pensare a quell che facicamo, dato che se bruciamo le potature, oltre a disperdere la maggior parte dei nutrienti sottratti alla terra, che si concentrano nelle ramaglie e nelle foglie, creiamo una gran quantità di PM10 e PM2,5. Accendere il fuoco dall'alto è una tecnica che da ottimi risultati, semplifica l'accensione del fuoco e riduce le emissioni.

 
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