ANTROPOLOGICA

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Polveri sottili: cosa possiamo fare e quali sono le fonti di dati

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Emissioni PM10 per provincia ARPAT 2010Qualche giorno fa ho scritto due post sul mio sito personale, uno sulle fonti di emissioni di PM10 e le ordinanze  di idati e uno su "Accendere il fuoco dall'alto: ridurre emissioni e massima efficienza"

Due motivi mi hanno spinto:

1. Sento troppo spesso fare affermazioni senza citare quali sono le fonti. Se non ho dati e fonti, sono opinioni, che possono essere anche giuste, ma non possono essere una base di discussione. ARPAT, Unione Europea e ISPRA non sono ragionevolmente d'accordo, e con minime varia nel riportare che la principale fonte sia il riscaldamento. Mi piace parlare e confrontarmi, ma vorrei farlo su basi ragionevoli e non su sentito dire. SE qualcuno ha studi affidabili per confutare discutiamone. Ho quindi pubblicato Polveri sottili ed ordinanze con alcuni dati per avviare una riflessione sistematica. (Link alla fonte dati dell'immagine ARPAT)

2. Credo imporante pensare a cosa possiamo fare noi, piuttosto che concentrarci sempre su quell oche possono fare gli altri. Nello specifico, possaimo certo rifletter sulle politiche nazionali, ma poi dobbiamo nache pensare a quell che facicamo, dato che se bruciamo le potature, oltre a disperdere la maggior parte dei nutrienti sottratti alla terra, che si concentrano nelle ramaglie e nelle foglie, creiamo una gran quantità di PM10 e PM2,5. Accendere il fuoco dall'alto è una tecnica che da ottimi risultati, semplifica l'accensione del fuoco e riduce le emissioni.

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Ultimo aggiornamento Venerdì 11 Maggio 2018 15:11

Antropologia e Mutamento climatico: Turismo

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Ipotesi nei cambimenti climatici e turismo nei prossimi 70 anniQuali saranno gli effetti del mutamento climatico sulle atitvità economiche? Anche se ancora non è uno dei temi centrali, surclassato dalle vicende dei mondiali e degli sbarchi di immigrati (purtroppo l'assocazione delle parole immigrazione e cambiamento climatico / profughi ambientali non è ancora molto presente sui mainstream, ma sappiamo che vi è una correlazione fortissima!).

Turismo, mutamento climatico e Antropologia E' una prima piccola riflessione su quali siano gli scenari ipotizzabili per il turismo nel futuro e sull'importanza degli apporti che possono dare le scienze-demo-etnoantropologiche.

Ultimo aggiornamento Venerdì 11 Maggio 2018 15:12

Specie commestibili dimenticate

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Specie commestibili dimenticate e sottoutilizzate: una risorsa vitale per l’adattamento al cambio climatico

Biodiversity International e NUS stanno realizzato un censimento delle specie resistenti e che hanno il potenziale di migliorare la qualità di vista degli agricoltori e delle comunità.

Immagine Originale dell'articolo: Which crops hold the key for climate change adaptation? A global surveyhttp://agrobiodiversityplatform.org/par/2014/01/10/which-crops-hold-the-key-for-climate-change-adaptation-a-global-survey/

Quante volte ci siamo trovati di fronte a una specie vegetale che veniva utilizzata nel passato, ma che oggi oramai nessun coltiva più? Sino alla metà del secolo scorso, nelle aree rurali italiane venivano consumate circa 300 differenti specie vegetali. Oggi in media ci attestiamo su meno di 30. Se vi sembra strano contate quanti tipi diversi di piante frutta e verdura fanno parte della vostra alimentazione quotidiana.

Ma non solo un problema di ‘conservare’ il passato. Queste specie sono VITALI per il futuro. Si tratta di specie che sono state selezionate in secoli di coltivazione o semplicemente selezionate naturalmente dal microclima. Sono specie locali e perfettamente adattate a certe condizioni climatiche, e una volta capito quali siano i punti forti di queste piante, possono essere utilizzate efficacemente nella

In questo momento stiamo affrontando un importante cambio climatico, che coinvolgerà tutto il mondo. Esistono molte specie tradizionali che sono molto resistenti a particolari condizioni climatiche e possono essere utilizzate per strategie di adattamento al cambio climatico, per la sicurezza e l’autonomia alimentare.

Vi invito a visitare il sito della comunità internazionale NUS: Neglected and Underutilized Species http://www.nuscommunity.org/ )

Ultimo aggiornamento Venerdì 31 Gennaio 2014 08:29

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Antropologica nasce dopo un lungo percorso di lavoro e ricerca applicata nell'ambito dell'antropologia culturale, delle scienze sociali e della tecnologia, realizzato con vari enti ed organizzazioni.
Tra i principali enti ed organizzazioni con cui collaborato: l'Università degli Studi di Siena, il CISAI (Centro Interdipartimentale di Studi sull'America Indigena), il Centro Ricerche EtnoAntropologiche (CREA) e il Centro Studi Americanistici "Circolo Amerindiano". Le collaborazioni sono ancora attive e reciprocamente proficue.

 

Servizi:

Ricerca e sviluppo, gestione sostenibile territorio, consulenze, progetti.
supporto a politiche e progetti di adattamento a mitigazione degli effetti del cambiamento climatico.
Progettazione partecipata
Gestione delle relazioni con clienti (Customer Realtionship Management), utenti e cittadini.
V
alorizzazione saperi tradizionali, saperi locali e sviluppo sostenibile del territorio;
Produzioni audiovisive;

S
tudi e valutazioni di impatto socio-culturale;
Ricerche e servizi per iniziative culturali, installazioni e musei;
Consulenze per imprese;

Integrazione di GIS e Sistemi informativi territoriali con informazioni socio-culturali ed etnografiche;

Analisi, gestione e digitalizzazione archivi audio e video,
Applicazioni software per analisi qualitativa;

Formazione.
Percorsi didattici

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Polveri sottili: cosa possiamo fare e quali sono le fonti di dati

Qualche giorno fa ho scritto due post sul mio sito personale, uno sulle fonti di emissioni di PM10 e le ordinanze  di idati e uno su "Accendere il fuoco dall'alto: ridurre emissioni e massima efficienza"

Due motivi mi hanno spinto:

1. Sento troppo spesso fare affermazioni senza citare quali sono le fonti. Se non ho dati e fonti, sono opinioni, che possono essere anche giuste, ma non possono essere una base di discussione. ARPAT, Unione Europea e ISPRA non sono ragionevolmente d'accordo, e con minime varia nel riportare che la principale fonte sia il riscaldamento. Mi piace parlare e confrontarmi, ma vorrei farlo su basi ragionevoli e non su sentito dire. SE qualcuno ha studi affidabili per confutare discutiamone. Ho quindi pubblicato Polveri sottili ed ordinanze con alcuni dati per avviare una riflessione sistematica. (Link alla fonte dati dell'immagine ARPAT)

2. Credo imporante pensare a cosa possiamo fare noi, piuttosto che concentrarci sempre su quell oche possono fare gli altri. Nello specifico, possaimo certo rifletter sulle politiche nazionali, ma poi dobbiamo nache pensare a quell che facicamo, dato che se bruciamo le potature, oltre a disperdere la maggior parte dei nutrienti sottratti alla terra, che si concentrano nelle ramaglie e nelle foglie, creiamo una gran quantità di PM10 e PM2,5. Accendere il fuoco dall'alto è una tecnica che da ottimi risultati, semplifica l'accensione del fuoco e riduce le emissioni.

 
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